Quale ruolo abbiamo, noi videogiocatori, all’interno di quel viscerale viaggio nella psiche frammentata di Senua? Osservatori attivi, testimoni delle tensioni allucinatorie, marionettisti partecipi di azioni e reazioni, forse solo una ulteriore estensione della malattia mentale che opprime l'esistenza della protagonista (pur accogliendola come inscindibile parte di sé). C'è un profondo legame sul quale è fondato il coinvolgimento emotivo, in cui - molto più che nel primo gioco - la scansione ritmica della vicenda assume valenza da sinfonia funebre, trovando nel proprio sepolcro una forma di rinascita fatta di nuova consapevolezza. In fondo, Hellblade 2 racconta l'oggi; il post-verità nel quale realtà e finzione (indotta, talvolta voluta, spesso fortemente ricercata come affermazione delle proprie paure) diventano un tutt'uno con la nostra quotidianità. Allora la salvezza è rappresentata non dall'individualismo chiuso nella sua bolla percettiva, bensì dallo scambio collettivo di informazioni. Dalla pluralità di voci, non solo quelle che rimbombano nella nostra testa cercando di incapsularci nelle nostre apparenti certezze. E quindi, perchè non vederci anche una chiara metafora sulla gabbia mediatica contemporanea con i social a rappresentare delle piccole comunità conoscitive dalle quali diventa sempre più difficile uscire? Nel primo gioco, Senua dialoga solo con se stessa e con voci che assumono atteggiamenti sia affermativi che negativi in base alle condizioni esterne, che in fondo è la chiusura di chi si ritrova in sfere comunicative delimitate da una comune considerazione su cosa sia l'informazione del reale; vedi novax o complottisti vari che si alimentano delle loro reciproche paure dentro a recinti ben definiti quali possono essere gruppi Telegram o pagine Facebook. Ma, come insegna Hellblade 2, l'apertura verso una possibilità di cambiamento passa attraverso dialogo e comprensione con esperienze diametralmente opposte che - tramite il confronto - si aprono a un ventaglio di nuove opportunità. Quelle che poi portano Senua ad avere una visione diversa del reale e, come lei, i suoi compagni di avventura. Non a caso il primo fondamentale incontro è rappresentato da un suo avversario, un nemico da abbattere, un antagonista con il quale non dovrebbe avere niente con cui spartire a livello ideologico. Senua apprenderà invece che la conoscenza apre a nuovi simboli, nuovi mondi, nuove interpretazioni e nuove pacificazioni. Probabilmente è una sovrastruttura vuota e superflua ma il fatto che il gioco mi abbia portato a determinate conclusioni, dovrà pur significare qualcosa.

Reviewed on Jun 04, 2024


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