Harold Halibut è un gioco iconico, unico nel suo genere. Uscito dopo quasi un decennio di lavorazione presso un piccolo team indipendente (anche se non si direbbe), questa bizzarra avventura sci-fi, realizzata in uno stile che ricorda la tecnica della stop-motion, vola talmente in alto da sfiorare l'appellativo di "Capolavoro".
Capolavoro, però, non è, poiché Harold Halibut tradisce proprio laddove il videogiocatore ripone maggior fiducia: l'esperienza interattiva.

Se questa fosse una recensione professionale spenderei paragrafi interi di elogi verso quasi ogni aspetto del gioco, ma in questa sede meglio sintetizzare; la storia è appassionante, i personaggi sono delineati con una cura ed un amore immensi, il doppiaggio è sbalorditivo, il reparto artistico è unico e curato nei minimi dettagli, la colonna sonora è evocativa e i dialoghi sono brillanti.
Se fosse un film, potrebbe anche superare i lavori di Wes Anderson, grande ispirazione per il gioco.

Probabilmente chi non ha mai giocato Harold Halibut ora si chiederà: di che genere videoludico fa parte? Platform, Puzzle game, Horror, Avventura Grafica...
Nessuno di questi. O meglio, nessuno in generale. In senso negativo.
Harold Halibut non crea un nuovo genere, ma li distrugge tutti quanti. Non è un avventura grafica perché non ci sono enigmi, non è un walking simulator perché c'è ben poco da camminare, non è una visual novel perché è pieno di cutscene. Non è niente, gli unici momenti interattivi prevedono di spostare (pure lentamente e con diversi caricamenti) il protagonista da una parte all'altra della mappa di gioco. That's it.
Ci sono piccole variabili sporadiche, ma sono estremamente guidate e lineari. Ogni tanto si ha l'impressione che se abbandonassimo il controller o la tastiera sul tavolo il gioco si finirebbe da solo.
L'unica vera libertà che ci viene concessa è l'esplorazione delle location "Raptureiane", in cui sarà possibile scambiare qualche nuovo dialogo con gli npc per conoscerli meglio (senza però che ci sia alcuna influenza sulla trama) e sbloccare delle immagini disegnate dal nostro Harold in persona. Sebbene questa parte sia carina e rilassante, è troppo poco per un gioco che dura sulle 15 ore, in cui più della metà sono dedicate a filmati o conversazioni.
Questa penuria di interazione lo rende più un film interattivo che un videogioco vero e proprio, con la conseguenza di un sensibile abbassamento della valutazione.

Detto questo, Harold Halibut rimane un gran bel gioco, un'esperienza unica, profonda ed emozionante. E' la storia di chi vaga sconsolato alla ricerca di un ambiente che rispecchi la propria essenza, una casa per la propria anima, rifiutando così le classiche convenzioni a cui l'uomo sembra destinato a prendere parte dalla nascita, oltretutto non per una propria decisione, che invece altri, sconosciuti e defunti, prima di lui si sono permessi di compiere.
Molte testate giornalistiche hanno affossato questo indie con voti oltremodo bassi. Diversi giocatori hanno criticato questo indie per la sua prolissità, noiosità e insensatezza. In questo caso voglio prendermi una grossa libertà... la libertà di dire che non hanno capito proprio niente. Comprendo le critiche, HH non è esente da difetti, ma dare un voto appena sufficiente o addirittura insufficiente ad un gioiello del genere significa non comprendere il medium videoludico nella sua interezza e/o non amarlo seriamente. Non esistono solo i giochi competitivi, non esistono solo Spiderman, God of War, The last of Us, Horizon, ci sono tante piccole produzioni che vanno salvaguardate e apprezzate per il loro coraggio nel proporre qualcosa di nuovo e rischioso in un mercato che sta iniziando a stagnarsi dietro alle solite produzioni AAA, ormai tutte simili tra loro.

Perciò fatevi un favore e giocate ad Harold Halibut, fino alla fine.

So... true bluglglgl is being happy within uncertainty!

Reviewed on May 19, 2024


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