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It Takes Two 2021
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June 14, 2024
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Il GOTY del 2021 è a tutti gli effetti una frizzante e spensierata sintesi del genere platform, con spruzzate di action-adventure, da cui sembra aver preso le migliori intuizioni; in primis la saga di Super Mario, ma non mancano le incursioni in generi e citazioni che coinvolgono Diablo, Zelda, Mario Kart ecc.
Certo, ci si poteva aspettare molto meglio dalla narrativa, che è punto più debole della produzione, sia perché nel complesso si tratta di uno sviluppo e un finale inconcludente dell'intera vicenda, sia perché spesso il cinismo sornione scade in una spietatezza mal posta (sì la scena dell'omicidio della principessa elefante è uno scempio di scrittura); inoltre il rapporto Cody-May si sviluppa sì intrinsecamente all'interno del gioco ma tutto sommato viene banalizzato e mai realmente esplorato.
Per il resto, tolta una leggera fiacchezza nel finale, il ricco mosaico di generi, minigiochi e sezioni che sfruttano al meglio bi e tridimensionalità, platforming ed enigmi, action e tempismo, sono il fiore all'occhiello di It Takes Two, anche in virtù di una eterogeneità di ambienti e situazioni, enfatizzate da un art direction solida, ispiratissimq nella maggior parte dei casi, e da un comparto tecnico che brilla soprattutto nell'effettistica.
Particolarmente riuscita a livello editoriale è notoriamente la scelta di riportare in auge il gaming in co-op che nella decade precedente era diventato quasi un fastidio per la stragrande maggioranza di publisher. La cooperazione alla base del titolo e il fatto che sia la sintesi tra i poteri a decidere la riuscita o meno di numerose sezioni rendono l'esperienza multigiocatore un must play indimenticabile.
Certo, ci si poteva aspettare molto meglio dalla narrativa, che è punto più debole della produzione, sia perché nel complesso si tratta di uno sviluppo e un finale inconcludente dell'intera vicenda, sia perché spesso il cinismo sornione scade in una spietatezza mal posta (sì la scena dell'omicidio della principessa elefante è uno scempio di scrittura); inoltre il rapporto Cody-May si sviluppa sì intrinsecamente all'interno del gioco ma tutto sommato viene banalizzato e mai realmente esplorato.
Per il resto, tolta una leggera fiacchezza nel finale, il ricco mosaico di generi, minigiochi e sezioni che sfruttano al meglio bi e tridimensionalità, platforming ed enigmi, action e tempismo, sono il fiore all'occhiello di It Takes Two, anche in virtù di una eterogeneità di ambienti e situazioni, enfatizzate da un art direction solida, ispiratissimq nella maggior parte dei casi, e da un comparto tecnico che brilla soprattutto nell'effettistica.
Particolarmente riuscita a livello editoriale è notoriamente la scelta di riportare in auge il gaming in co-op che nella decade precedente era diventato quasi un fastidio per la stragrande maggioranza di publisher. La cooperazione alla base del titolo e il fatto che sia la sintesi tra i poteri a decidere la riuscita o meno di numerose sezioni rendono l'esperienza multigiocatore un must play indimenticabile.