Some of my pacing problems were mitigated replaying this and not being stuck on certain puzzles, and this was a blast to replay. Still took me 6-7 hours because I went through a lot of the dialogue, but the writing is good so I wanted to hear it again! And DAMN was the music enchanting this time around. There isn't a lot of it but the stuff that's there is powerful on its own.

Also, I looked it up and 'roebuck' and 'clubmoss' are real words and not some made up fantasy terminology that writers put in to be fancy.

On the one hand, Beyond the Edge of Owlsgard feels like it could have come out straight out of the mid-90s. It’s pixely presentation is crisp, the visuals are masterful, and the humour is of-the-time while being timeless, not dated. No, the 90sness of BtEoO feels like the character of an old adventure game that holds up well. On the other hand, the rather serious narrative around a cast of cartoony talking animals is something no publisher back then would have greenlit, cementing BtEoO as definitively indie.

And goodness, did the story work for me. It has the tone of a LucasArts title but the imagination of a cool indie comic. Playing it, I got lost in this world, and I had trouble putting it down. It’s got pacing issues and some characters are kinda flat but the world that unfolds in this narrative is spellbinding and rich. Also, within the first ten minutes of the game you can have a conversation with a talking porcupine about chord progressions and alternative music, which is kind of amazing.

The colour palette seems inspired by the Amiga but unlike 99% of Amiga games, BtEoO doesn’t cause me psychic damage with its visuals. No, the visuals of this game are quite beautiful. The sprites are lively and drawn in a sharp cartoony style although to nitpick: the shrinking on the sprite muddies up the pixels with some kind of compression. The machines also look a stylistically odd but maybe I’m okay with that because they’re strange creatures in the first place. The backgrounds? Painterly.

Also gonna shout out the music. That main theme with the soaring strings: masterful. In the end, I loved this game. I didn’t play it in its entirety over the last few days because I wasn’t enamoured with it. As someone who previously didn’t like point & click adventure games, this title showed me the beauty and nuance of the genre. I’ve found something really special with this one.

Gioco dichiaratamente ispirato ai classici LucasArts e Sierra, ma lo si percepisce dopo neanche 5 minuti dall'inizio. Al pari di quei giochi, anche qui ci sono alcune situazioni (soprattutto nel primo capitolo di gioco) in cui il giocatore per avanzare e/o risolvere alcuni puzzle deve svolgere delle azioni senza senso - o meglio, che il gioco non si sforza neanche lontanamente a suggerirti. Questo, come al solito, mi fa girare i coglioni. Tolto ciò, comunque, non c'è altro che possa essere definito frustrante. Nelle situazioni in cui si potrebbe morire (in stile Sierra) si viene avvertiti dal gioco da un effetto sonoro accompagnato da un'icona che suggerisce al giocatore di salvare il gioco: anche senza queste, comunque, il gioco ci lascia ben percepire attraverso linee di dialogo ed elementi in scena che c'è un pericolo nelle vicinanze. Il doppiaggio, sia esso inglese o tedesco, è molto ben fatto e ogni personaggio è ben caratterizzato da specifiche personalità e atteggiamenti: dal secondario che compare per mezza scena a quelli principali. Non posso dire che siano personaggi memorabili, ma posso descrivere distintamente ciascuno di essi. La colonna sonora fa il suo sporco lavoro, ma rimane abbastanza anonima e semplice, di solo accompagnamento (anzi, molte volte manco ho fatto caso all'esecuzione delle tracce nel corso dell'azione). Ci sarebbero anche dei puzzle a tempo, che io odio, per cui quando ho visto che il gioco mi permetteva di adottare una modalità di gioco classica e una moderna ho scelto quest'ultima: stando alla descrizione, avrebbe reso i puzzle a tempo più tollerabili. A parte questo (e meno pixel hunting, dato che certi oggetti si illuminano in modo tale da essere notati dal giocatore), comunque, non sono state menzionate altre differenze rilevanti tra le due versioni.
Anche le ambientazioni, per quanto poche e piccole, sono molto belle e godono di un'ottimo uso di colori che mi hanno ricordato, a seconda del capitolo, King's Quest 5 e The Dig. Non che il gioco sia citazionista in questo, anzi: non lo è sotto alcun aspetto, a meno che vogliam dire che l'uso del mezzo SCUMM possa esserlo (non lo è). Le atmosfere sono originali, anche grazie al passaggio graduale da temi fantasy a temi sempre più sci-fi, e grazie allo stile artistico adottato per cui bordi di oggetti e personaggi sono ben marcati da irregolari linee di nero che ne rafforzano l'aspetto cartoonesco. Una pecca è il non aver fatto uso praticamente mai del gufo in copertina, che diventa compagno di viaggio sin dal primo capitolo ma che viene molto raramente coinvolto nella risoluzione di anche solo un puzzle

A really charming classic click 'n' point throwback, brimming with the magic of the old classics - including the slightly, and positively, cheesy vibes in some of the dialogue. Beautiful spritework seals the deal. The only real complaint from a gameplay perspective is the occasional reliance some puzzles have on the player using the exact right command on the exact right part of the scenery (less pixel-hunty, more nitpicky), which caused my only real stuck moments. I'm also not massively keen on some of the plot elements but that's a personal bias against particular tropes at play: the story itself is well-written, but I just automatically sigh when a particular aspect pops up in stories like these.

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