Eccellente survival horror purtroppo dimenticato. Profondamente ispirato ai lavori di E.A.Poe e H.P.Lovecraft, questo gioco riesce nell'intento di instillare nel giocatore un senso di ansia costante e crescente, grazie a delle trovate di gameplay "Kojimane", che si burlano del giocatore manipolandone la percezione, e ad un sound design molto cupo.
Si potrebbe parlare per ore di Eternal Darkness, ma sarebbe un peccato spoilerare tante cose che si dovrebbero scoprire giocando. Consigliato a chiunque, soprattutto ai fan di Bloodborne, con cui condivide a grandi linee la storia.

Requiem Eterno per questa promettente software house, Silicon Knight, defunta anzitempo per cause di forza maggiore, tra cause legali e pedopornografia.

Grande rivelazione. So che arrivo in colpevole ritardo, ma non avevo mai giocato a questo grazioso, ma difficilissimo, indie.
Bastano poche lettere per descriverlo: ONE-SHOT.
Hai solo un colpo.
Con un colpo uccidi.
Con un colpo muori.
La pixel art che abbraccia Titan Souls è eccellente e insieme ad una colonna sonora quasi perfetta riesce a valorizzare ogni singolo momento di gameplay, sia quelli carichi di tensione che quelli calmi.
Peccato solo per la, relativa, carenza di contenuti, dato che in poche ore si riesce a terminare il gioco, e le challenge che si sbloccano in post game non aggiungono più di tanto all'esperienza.
Team molto talentuoso, che di recente ha sviluppato il suo secondo titolo, più conosciuto e anch'esso di grande valore, ossia "Death's Door".

2003

Horror puro dalla trama intrigante, uno dei più terrificanti della sua generazione, partorito dalla mente del maestro Toyama (il padre di Silent Hill) per la gloriosa PS2. Geniale l'idea di rompere la tradizionale progressione della storia, passando da una narrazione lineare e consequenziale ad una intrecciata e "anarchica", passatemi il termine, in cui è il giocatore a scegliere in quali momenti della giornata giocare e con quale personaggio. Interessante poi il fatto che le azioni compiute in un livello influenzeranno il level design di quello cronologicamente successivo.
Come accennato in precedenza, in Forbidden Siren noi giocheremo dei panni di tanti personaggi distinti, che vedranno, nel bene o nel male, intrecciare i propri destini; sebbene ci sia un protagonista, le vicende di ogni persona verranno approfondite e trattate con la medesima cura, portando così il giocatore ad affezionarsi o compatire ogni singolo individuo in game.
Tutto molto bello... se non fosse per il fatto che si tratta di un videogioco ingiocabile. Movimenti legnosi, hitbox squilibrate, sistema di combattimento lento e sbilanciato (in senso negativo), carenza di checkpoint, enigmi illogici e proibitivi; tutto questo è solo una minima parte dei problemi che, un giocatore, deve affrontare in caso decidesse di portare a termine il gioco. Questo purtroppo rende Forbidden Siren - o Siren, che dir si voglia - inaccessibile alla maggioranza del pubblico ed è un peccato, dato che si tratta di un'esperienza unica e rivoluzionaria, che tutti gli appassionati di gaming (o dell'horror) dovrebbero vivere almeno una volta.

Adorabile punta e clicca dai toni horror e psicologici. Personaggi carismatici e interessanti, stile artistico peculiare e apprezzabile. Purtroppo l'eccessiva semplicità e il finale pasticcione dell'opera non permettono a Fran Bow di meritarsi un voto più alto di questo.

Esteticamente uno dei migliori Zelda di sempre. Sarebbe potuto diventare il migliore gioco di zelda in assoluto, se solo non ci fosse stato il problema dei lunghi e inopportuni spostamenti in mare e delle hitbox non sempre precise. Poi il dungeon e il combattimento finale sono stati un po' deludenti, anche grazie al fatto che non hanno per nulla richiesto di utilizzare la feature caratteristica di questo capitolo, ossia la bacchetta dei venti. Peccato.