Apprezzo moltissimo il personaggio di Senua e l'evoluzione che ha avuto da Senua's Sacrifice a questo Hellblade 2. Senua ha conosciuto nel profondo l'oscurità e la paura, sa cos'è l'essenza della sofferenza perché l'ha vissuta in prima persona, e in questo secondo capitolo diventa un po' questo il suo super potere che la distingue dalle altre persone che si incontrano nel corso del gioco, succubi di una situazione che non sanno controllare e di emozioni che non sanno gestire.
Senua è chiaramente maturata. Le voci nella sua testa, che precedentemente gettavano quasi unicamente sconforto, ora sono più elastiche, si adattano agli avvenimenti ed è facile che diano anche sostegno a Senua, che le diano sicurezza.
Visivamente si tratta di un'opera mastodontica, il picco massimo a livello grafico attualmente raggiunto per quanto mi riguarda, anche a livello registico il comparto è molto forte ma, spezzando una lancia in favore del primo capitolo, bisogna dire che anche SS si difendeva bene.
Peccato davvero per il gameplay, che paradossalmente riduce quanto già di essenziale era presente nel predecessore (banalmente viene rimosso il calcio), senza aggiungere neanche una singola componente. I puzzle sono davvero di una facilità disarmante, praticamente completabili con il pilota automatico senza pensare. Peccato davvero, non ho lamentele particolari per la longevità, l'ho completato in 7 h e penso che ci stia come durata per questo tipo di gioco. Purtroppo la somma finale degli elementi mi fa trovare con, tra le mani, un gioco che è più un'esperienza visiva che altro. Bellissimo da guardare ma non particolarmente divertente, o almeno non più del primo capitolo.