questo gioco cade nella stessa trappola in cui sono caduti molti degli indie horror a cui ho giocato: dopo un po' diventano ripetitivi e noiosi e smettono di fare paura. mi dispiace per la bella idea sprecata: una casa che cambia forma e si sgretola e si sbroda ogni volta che il gioco viene aperto per confondere il giocatore che la deve attraversare. vorrei infine prendere per il culo fino alla sua morte il tizio che ha recensito scrivendo "non riuscirò mai più a dormire in casa mia". che minchiata stai dicendo???

un microscopico esperimento in cui l'autrice svela al mondo intero quanto l'intimità delle proprie quattro mura sia potuta diventare una prigione a causa di un periodo di profonda depressione. ho apprezzato molto la semplicità quasi sconsolata di questo gioco. il momento in cui l'autrice osserva in terza persona la sua immagine cagasburrata cumtributata distrutta smutandata sul divano penso sia ciò che mi rimarrà impresso di questa breve esperienza: quando riusciamo ad essere capaci di lasciare andare senza giudizi i momenti passati di difficoltà anche estrema siamo credo sulla strada della serenità. il gioco, il racconto in generale, nasce nel momento in cui siamo venuti a patti con tutto ciò che abbiamo attraversato, grazie al cielo non è una richiesta disordinata di aiuto ma la dichiarazione di un traguardo raggiunto. questo gioco è una pagina di diario ed ha la stessa funzione: vomitare cagasburrare all'esterno ciò che ancora rimane in noi di terribile con intento terapeutico. va molto bene.

i finlandesi sono dei pazzi furiosi e sono un dono che qualche dio caotico ci ha concesso con nostro grande bucio di culo.
questo è un gioco che riesce a trasmettere l'amore e lo sbullonamento dei folli per il rugby (rally) a chi come il medesimo non se ne sbatte nemmeno un millimetro di minchia, e penso che sia un pregio riuscire ad essere così sinceri e appassionati e contemporaneamente semplici e trasparenti. te piace sgasare clicca su sta macchina nun te piace de sgasa e allora ci clicchi lo stesso e dopo trenta ore di guida tra i tornanti giapponesi penserai ah però non è così male scatafasciarsi tra le verdi valli degli antichi samurai della famiglia stronzugawa, ah però forse ho imparato come fare a sleppare tra le curve strette dei paesini dei maledetti sardi, ah guarda questa macchina fa un suono che mi piace di più di quella che ho comandato prima. insomma dio cane stai vivendo una situazione di apprendimento informale che tu lo voglia o no come con i gatti hai il verme nel cervello e hai imparato dei fan fackts inutilissimi che ti porterai nella tomba, bravo coglione, gioca a questo stracazzo di gioco dai, simulatore dei miei coglioni (scusate mi sono stancato di scrivere)

meraviglioso, ma alla lunga ripetitivo. le missioni secondarie diventano presto poco ispirate e frustranti. mi si è buggato due volte e ho rischiato di compromettere la missione principale. la mappa è grande e varia, come in botw gli obiettivi sono sparsi dappertutto ma a differenza di botw navigando da un punto a un altro lo spazio sembra vuoto. questo gioco sarebbe potuto essere un capolavoro se ci fossero stati meno personaggi npc con più cose da dire divertenti (e non "ciao" o "..." o stronzate di altro tipo) e se l'esplorazione avesse comportato una partecipazione più attiva da parte del giocatore. aspettare che la nave arrivasse alla destinazione mentre sborravo in giro sulle piante, sulle galline, sulle pecore, sui passeggeri non è stato divertente.
però è un capolavoro lo stesso porco dio!