Prima e unica volta che valuterò un gioco pur essendo arrivato a circa un terzo della main-quest. Al netto di certe introduzioni valide per la QoL, sia tardive (es.: possibilità di cambiare le mosse del proprio Pokémon in qualsiasi momento) che nuove e adatte al nuovo tipo di gameplay (es.: se si sta tenendo impugnata inavvertitamente una Pokéball con dentro un proprio Pokémon ma si intende catturare il mostro che si ha davanti, per non far perdere tempo utile al giocatore è possibile semplicemente switchare a una Pokéball vuota senza distogliere la mira), non riesco a non percepire questo nuovo capitolo come gioco essenzialmente mediocre (es.: quantità esagerata di side-quest se si considera la loro bassa varietà; step da seguire per completare le voci del Pokédex) o proprio brutto (es.: direzione artistica; disposizione dei Pokémon in giro per gli habitat e per le mappe; boss-fight)

Mi sono fermato a un terzo anche per non dovermi trovare ad affrontare Palkia/Dialga e Areus a suon di sacchetti di cibo

Buon titolo action, che purtroppo viene eclissato da titoli a esso contemporanei (tra cui il primo Zelda). Apprezzo parecchio la resa dei fondali e il tentativo di includere sprite di nemici assai variegati che potessero restituire l'impressione di trovarsi per le strade di un Giappone feudale: pescivendoli, guardie cittadine (che ti lanciano lanterne appresso), mercanti, ladri (che, quando colpiscono il giocatore, gli sottraggono alcune monete), uomini che trasportano delle lettighe (che, in un contesto di miseria, se entrano in contatto col personaggio giocante lo trasportano a forza a inizio livello e gli rubano alcune monete d'oro), e molti altri. Lungo il tragitto sono anche presenti animali ostili e alcuni demoni, in particolare in stage boschivi o lungo il mare.

Durante i singoli stage, è possibile acquisire e acquistare varia oggettistica: può essere equipaggiabile o utile per recuperare vita. C'è anche la possibilità di ottenere una fionda, con cui atterrare i nemici dalla distanza. Strumento molto utile e che riduce drasticamente la possibilità di toccare inavvertitamente un avversario se, invece, si prova ad attaccarlo da vicino con la pipa (kiseru).
Per passare allo stage successivo è necessario trovare, in quello corrente, tre pass. Alcuni di essi si trovano in stanze segrete, ed è curioso come, per esplorarle, si passi a una visuale in prima persona tipica dei dungeon crawler (non si avvicina comunque al genere, non essendoci puzzle o combattimenti da svolgere in queste sessioni, che sono oltretutto assai brevi e lineari).
Purtroppo questo è anche uno dei motivi principali per cui come gioco non mi è andato particolarmente a genio: alcune di queste stanze sono sotterranee e in posizioni totalmente casuali. Per poterle individuare, è necessario che il personaggio salti su di esse. Il salto è l'azione svolta anche per aprire scrigni e vasi, ma nel caso delle stanze sotterranee il gioco mi è risultato inutilmente tedioso a fronte della possibilità di adottare un qualsiasi altro stratagemma per permettere l'ottenimento di tali pass. Alternativamente, per scoprire tali passaggi, si può acquistare una candela (di durata temporanea) in grado di svelarli: anche così, si tratta di un sistema tedioso e superfluo.
Il livello di difficoltà non è molto alto, ma procedendo con gli stage questi si arricchiranno di pericoli e la partita diventerà più dinamica. Inoltre, finita una partita si ha la possibilità di ricominciare da capo a difficoltà più elevata.

Stesso discorso del precedente titolo, e c'è una maggiore varietà di scenari. Presenti anche boss veri e propri, per quanto semplici.

Buon puzzle-platformer. Purtroppo il livello di sfida non è molto elevato e, al netto di questo fatto, finisce anche fin troppo in fretta. Sviluppatore da tenere sicuramente in considerazione vista l'originalità dell'idea

Si vira sul genere jRPG, e da qui il gioco diventa più assurdo dei precedenti. Molti dei nuovi nemici sono totalmente imbecilli (es.: tanuki a forma di tazza da tè), e si aggiungono nuove tipologie di umani ostili e yokai. In particolare, sono notevolmente più frequenti nemici robotici, per motivi legati alla storia che non sto qui a spiegare perché son cazzi miei. La varietà è decisamente elevata, si contano più di cento tipologie diverse di creature nemiche: da elogiare il lavoro svolto per realizzarle una ad una, specie considerando che non ci sono vere e proprie ripetizioni tra gli sprite animati. Stesso discorso per i boss, a loro volta numerosi e originali.

Essendo jRPG, e soprattutto essendo del 1990, è purtroppo per me incredibilmente palloso per via dei combattimenti (assai frequenti, ma c'è per fortuna la possibilità di fuggire): non ci sono particolari azioni da eseguire, si può solo scegliere tra il difendersi, l'attaccare attraverso un normalissimo colpo-base, l'usare una tecnica speciale (ninjutsu, che attinge da un quantitativo di punti equivalente al mana in altri RPG), l'usare un oggetto (es.: del sushi con cui recuperare vita), la fuga.

NdR: il gioco è notevolmente facile e lineare, adatto probabilmente a un pubblico più giovane e che si approcci per la prima volta al genere (anche se lo precedono sia Final Fantasy che Dragon quest, a mio avviso tranquillamente giocabili dai più giovani seppur più complessi).

Come è solito accadere in un RPG, man mano che si gioca è possibile trovare nuovi compagni da aggiungere al proprio party per un massimo di 4 personaggi alla volta In totale, comunque, son previsti 5 personaggi (Goemon compreso). Sin dall'inizio si parte con la compagnia di Ebisumaru, partner storico del protagonista, cosa che rende i primi scontri già piuttosto semplici: le creature nemiche non costituiscono chissà che rischio (e non lo costituiranno pressoché mai), e si hanno a propria disposizione subito monete sufficienti per acquistare un'arma con cui infliggere grossi danni.

Il sistema di equipaggiamento è interessante, dato che è possibile trovare pezzi per il corpo, la testa e le mani. Allo stesso modo è interessante il fatto che, per quanto si trovino armi e pezzi di armatura utilizzabili da chiunque o quasi, ogni personaggio si specializzi nell'utilizzo di un tipo di arma e di un tipo di armatura: ciò rende minimamente più complicato potenziarli individualmente. Si tratterà comunque di aumentare quasi sempre un solo attributo (es.: un armatura che dia +5 punti alla difesa), ma ogni tanto è anche possibile ottenere pezzi che conferiscano potenziamenti aggiuntivi (es.: i guanti della tigre che offrono un potenziamento sia alla difesa che all'attacco). Non sono purtroppo abbastanza da rendere strategica la scelta dell'equipaggiamento.

Assenti inoltre side quest o, comunque, contenuti di contorno che rendano interessanti partite ulteriori

Bellissimo sistema, ma le sub-quest per far avanzare di livello ogni personaggio sono pressoché identiche e, dopo un po', una rottura di coglioni assurda.

Peccato per i puzzle, in quanto le animazioni sono ben fatte, e i personaggi e la storia ben scritte

Gioco sexy con Wario a maniche corte

Penso di non essermi mai rotto così tanto le palle in vita mia

Primo titolo del sottogruppo dei "Mystery Dungeon" avente come protagonista un Chocobo di Final Fantasy, qui chiamato Poulet. Come oggi ci si può aspettare da questa serie, si tratta dell'ennesimo gioco con cui Square ha voluto sniffare il successo e la fama di Rogue. La OST è sinceramente molto piacevole, ma tolta quella non c'è pressoché nulla che mi abbia stimolato interesse: la storia/gli eventi principali/le interazioni con gli NPC sono molto semplici al punto da provocarmi una profondo senso di noia, i dungeon in sé sono parecchio monotoni e semplici, le creature che lo abitano non costituiscono praticamente mai un reale pericolo neanche nelle fasi più avanzate e ai livelli più alti, e l'hub centrale visitabile per vendere e fare acquisti è eccessivamente piccolo e troppo scarsamente popolato per essere effettivamente un luogo di interesse e per spezzare i (lenti) ritmi di esplorazione dei dungeon. Quasi sempre, per vincere una battaglia, è sufficiente alternare attacchi normalissimi con stregonerie ed evocazioni: una formula che tutto sommato si ripropone ancora con i recenti Pokémon Mystery Dungeon, ma che in questo gioco (per la povertà di contenuto) riesce solo a restituirmi una forte sensazione di lentezza e monotonia nell'avanzamento del gioco.
Interessante la volontà di includere, come in FFIV, l'Active Time Battle per rendere più dinamico il combattimento a turni. Il modo in cui è stato integrato nel design di gioco, tuttavia, a mio parere trivializza di parecchio vari combattimenti sin da subito

Probabilmente la cosa peggiore è, ancora, che bisogna essere posizionati in un modo assai preciso per essere in grado di raccogliere e/o usare un oggetto (es.: chiave per aprire una porta). C'è poi che la storia è molto meno interessante rispetto quella presentata nei precedenti due capitoli. Già solo questi due fattori mi sono sufficienti per il giudizio, prescindendo da tutte le altre storture del titolo (bella la OST)

Dio deve odiarmi proprio un casino per passarmi sotto al naso tutta sta merda

Gioco buono che potremmo dire di investigazione. Il cuore consiste nell'identificare piante basandosi sui pochi indizi presenti in una enciclopedia (con illustrazioni non sempre d'aiuto, ma del resto lo ammette l'enciclopedia stessa) e ottenibili attraverso una lente di ingrandimento che fornisce, per cadauna pianta, un'informazione aggiuntiva. Gli enigmi stessi non sono nulla di complicato, generalmente, ed è anzi mia impressione che la componente puzzle sia piuttosto un po' troppo ausiliaria al racconto e alle varie storie dei personaggi presenti - cosa che non posso dire di apprezzare, già che la storia stessa non mi ha neanche interessato particolarmente

Mi sono moderatamente rotto le palle